Quel che denuncia Massimo Fini, "Io (né rosso, né nero) cacciato dai
comunisti e portato via dalla polizia", merita un commento. E, ovviamente, la nostra
piena solidarietà.
Ma perché certa sinistra di "lotta e di governo", continua a comportarsi
così? Perché chiedere alla polizia l'allontanamento da piazza del Popolo di
un gruppo di persone che vogliono democraticamente dimostrare contro Bush?
Perché sono di destra. Questo, il motivo, che avrebbero invocato i
"rifondazionisti" presenti in piazza, come numi tutelari, in verità pochini,
della sinistra alternativa, ma di governo. Al che si potrebbe rispondere,
ecco il solito comportamento "da" comunisti. Non cambiano mai, eccetera.
Troppo facile. Invece sono cambiati, e come. Ma in peggio. Alla tradizionale
logica da setta gnostica (per cui un gruppo sociale si ritiene depositario
assoluto della verità) si è sommata la logica partitocratica (che impone la
costante difesa del proprio territorio politico). Di qui, la duplice
motivazione che è alla base del "trattamento" subito da Movimento Zero: 1)
non sono depositari di alcuna verità (logica gnostica), e se anche per caso,
lo fossero, 2) potrebbero toglierci spazio (logica partitocratica), perciò
vanno cacciati via.
Una miscela esplosiva, ma tutto sommato, intellettualmente superata. Come
spiega il ricorso all'antico anatema: " Vanno espulsi, perché sono di
destra". Che è risibile – vista la crescente labilità dei confini tra destra
e sinistra – ma più che accettabile per chi deve controllare l'ordine
pubblico. Dal momento che il sapere comune, e perciò anche quello
"applicato" dei tutori dell'ordine, è sempre temporalmente indietro rispetto
all'evoluzione delle teorie sociali e politiche. Di riflesso la polizia, una
volta sollecitata "dai comunisti", su una possibile "turbativa", non poteva
non applicare (e non potrà non applicare, fin quando l'idea del superamento
del discrimine destra-sinistra non sarà divenuta di senso comune) i suoi
schemi di comportamento: fermare, identificare, evitare ogni disordine,
eccetera.
Pertanto, il problema è a monte. E soprattutto rinvia a "un passato che si
rifiuta di passare". Perché così impone l'egemonia della mentalità
gnostico-partitocratica di quei politici "rifondazionisti" che avrebbero
chiesto l'allontanamento di Massimo Fini. Invocando – è bene ripeterlo – un
ideale di purezza rituale "anacronistico" ("Noi siamo di sinistra, quelli di
destra, per evitare disordini, cacciateli via"), che risale al periodo
pre-caduta Muro di Berlino. E che tuttavia, per certa sinistra di "lotta e
di governo", sarà sempre più difficile invocare in futuro, stante
l'evoluzione, non certo sistemica, della concreta situazione politica e
sociale.
Qui, però, potrebbe essere interessante scoprire, quale sarebbe stata la
reazione dell'altra sinistra, quella antagonista (di sola "lotta"),
riunitasi a piazza Navona, se Massimo Fini e i suoi si fossero presentati
lì, invece che a piazza del Popolo.
Lo avrebbero accolto a braccia aperte?
da http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/