Enrico Caprara – Un elogio del Fannullone

Il Potere ha sempre una buona arma quando vuole consolidarsi, quando è in difficoltà o quando necessita maggior consenso: trovare una categoria dei "responsabili". Un certo gruppo sociale, un certo tipo umano viene così additato – ecco i responsabili dei problemi, ecco chi sta di traverso alle solutive azioni dei Governanti! Può trattarsi volta per volta dell' islamico, del romeno, del fannullone. 
Ultimamente, pare ce l' abbiano proprio con il "fannullone". I giornali del dinamismo borghese titolano di fannulloni ricercati, scovati, puniti e banditi dall' onorabilità.
Ma come a volte succede, questi presi di mira sono proprio quelli che, invece, meriterebbero la medaglia.
Il nostro mondo è oramai un mondo di produzione ben oltre il necessario, oltre il sensato, oltre il limite. E' una situazione tale che potrebbe dirsi: – "Come fai, fai del male." Ogni agire dentro questo sistema provoca tali ricadute di negatività, che anche l' azione di intento più generoso, nobile, altruistico, se considerata complessivamente porrebbe degli scrupoli sulla sua opportunità. Certo, in termini assoluti, si può considerare che il vivere necessita venga prodotto il necessario alla vita, e chi rifugge quest' onere vada riprovato. L' attività lavorativa, sempre in una prospettiva assoluta, ha pure una valenza di realizzazione personale. La specifica contingenza dell' oggi, tuttavia, dice che tra il fannullone e il lavoratore intraprendente, la moralità sta tutta dalla parte del fannullone.
La nostra cultura è però marcata dal pregiudizio in ogni modo verso l' inattività. A ciò contribuisce fondamentalmente la religiosità ebraico-cristiana. Questa ci pone un Dio che, originariamente, sceglie di non permanere in quiete, si mette a creare il Mondo dal nulla e per puro impulso proprio, e con ciò stabilisce il valore dell' attività rispetto alla quiete.In altre religiosità e sapienze troviamo altri valori. Il Taoismo ha come fondamentale principio la non-iniziativa. Non c' è cosa – dice Lao-Tze – che non si aggiusti in conseguenza della pratica del non agire.
La prospettiva religiosa ebraico-cristiana, per altro, con la sua valorizzazione dell' intraprendenza, ben si accompagna all' ideologia di chi oggi domina socialmente, ovvero il tipo umano borghese, il produttore economico che ha spinto all' estremo certe proprie caratteristiche – attivismo, materialità, espansività… – ed ha voluto porle come virtù umane per eccellenza. Il risultato è di averci condotto nel baratro ambientale ed esistenziale.La speranza che potrebbe ancora aversi, io ce l' ho in un altro tipo umano. Un tipo umano che sappia fondare l' esistenza sull' autenticità e profondità spirituale. Un tipo umano che può ritrovarsi direi più facilmente tra i fannulloni che tra gli imprenditori.

10-09-2008 

Redazione