Il 24 aprile a Roma Movimento Zero manifesterà contro la televisione

Sabato 24 aprile alle ore 15.00 a Roma, davanti alla sede Rai di Viale Giuseppe Mazzini 14, Movimento Zero manifesterà contro il mezzo televisivo. Sarà presente lo stesso Massimo Fini.

 

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 Nella società contemporanea la Televisione, insieme a sua sorella gemella la Pubblicità, che è il motore di tutto il sistema, ha occupato il centro della nostra vita. La sua forza non sta nella sua tecnica, nel fatto che "fa vedere" (anche il cinema "fa vedere" ma non ha avuto gli effetti devastanti della Tv, anzi per molto tempo è stato un importante strumento culturale), ma nella distribuzione, nell'essere piazzata, a priori, in casa nostra. Ed è quindi ineludibile. Ha distrutto quasi ogni forma di vita di relazione proiettandoci (insieme, ultimamente, ad altri media: Internet, Facebook) in un mondo virtuale dove possiamo solo subire. Noi oggi viviamo di resoconti, non più in prima persona. Il messaggio che veicola è uno solo: il sostegno all'attuale modello di sviluppo (produzione-consumo-produzione) che va bene tanto alla destra che alla sinistra. Un modello "paranoico" perché non consente all'individuo di raggiungere, mai, un momento di pace, di equilibrio, di armonia, colto un obiettivo deve immediatamente inseguirne un altro e poi un altro ancora, a ciò costretto dall'ineludibile meccanismo che lo sovrasta (produci-consuma-crepa). Ogni pensiero o idea non in linea con questo modello sono esclusi e ignorati.Nella Grecia classica erano Platone e Aristotele a dare le categorie etiche e politiche che si trasmettevano agli uomini di governo e quindi, scendendo giù per i rami, alla popolazione. Nel Medioevo questa funzione fu assunta dalla Scolastica. In epoca moderna dai grandi filosofi illuministi. Oggi a dettare le categorie, i costumi, la "way of life", le regole di condotta, oltre che, naturalmente, i consumi, sono i protagonisti dello star-system televisivo. Al posto di Platone abbiamo Gerry Scotti o Vespa o Santoro o chi per loro.Oggi la vera classe dirigente non è più quella politica, ma è formata dai conduttori di talk show, dai cantanti, dai calciatori, dalle veline.In Afghanistan, all'epoca talebana, il Mullah Omar fece distruggere materialmente tutti gli apparecchi televisivi, capendo bene che un simile strumento disgrega e distrugge una società. È quanto è avvenuto in Italia, sia pur nel corso di mezzo secolo.Noi siamo convinti che se si farà mai ancora una rivoluzione nel mondo occidentale non sarà contro la classe politica in quanto tale ma contro la Tv. Distruggendola e liberandosene.

 

 

Redazione