Pierluigi Paoletti – Il futuro nelle nostre mani

Ormai il megafono mediatico è iniziato, global warming, emissioni di Co2 sono al centro di dibattiti, studi di autorevoli organizzazioni, convegni ecc., addirittura il film di Al Gore sul clima ha vinto pure un oscar (!?). Dovremmo essere contenti che finalmente le autorità si sono accorte del problema che andiamo denunciando da anni, eppure la lucina rossa del nostro allarme interiore continua a lampeggiare segnalandoci di stare comunque all’erta.
Chissà perché, ma quando Bush dice che l’america dovrà ridurre del 20% il consumo di petrolio invece di essere soddisfatti sentiamo un brivido gelido che sale lungo la schiena. Non è forse lui insieme al suo vice Cheney che sono stati eletti dalle lobby dei petrolieri e dal giorno del loro insediamento alla Casa Bianca il prezzo del petrolio è salito del 360%? Non sono forse loro che hanno invaso l’Iraq e minacciano l’Iran per garantirsi le ingenti scorte energetiche di quei paesi?

 

E allora perché Bush insieme a Blair (BB come la Banda Bassotti) ora si sono improvvisamente convertiti alla causa ambientalista? vedi www.youtube.com/watch?v=iJTDSEPSfhk La risposta potrebbe essere nell’imminente picco petrolifero e del gas naturale annunciato nell’ultimo convegno dell’Aspo Italia dallo studioso iraniano Alì Bakthiari (una sintesi del suo intervento insieme a quello del prof. Bardi e di Luca Mercalli nella home page). Sapendo la reale situazione dell’energia fossile stanno iniziando a preparare il mondo al periodo di carenza energetica. Questo potrebbe essere il reale motivo della loro “conversione”.

Si parlava di picco petrolifero e del gas naturale, ma non dobbiamo dimenticare l’uranio che serve alle centrali nucleari che, almeno a giudicare dai prezzi degli ultimi 10 anni, non sembra essere in condizioni migliori: 113$ di oggi contro i 7 del 2000 (!!!) E le energie rinnovabili, eolico, solare, idroelettrico hanno delle percentuali ancora risibili.

Nel futuro prossimo, molto prossimo, i prezzi dell’energia non rinnovabile crescerà a ritmi sostenuti in previsione della sua crescente scarsità. Chi sarà in grado di pagare prezzi sempre più elevati, ad oggi nemmeno il 10% della popolazione mondiale, potrà continuare a consumare, per gli altri i problemi saranno sempre maggiori. Ecco allora che la lucina rossa del nostro allarme inizia ad avere un senso, così come hanno un senso i mass media del regime che si svegliano all’unisono e cominciano a profetizzare catastrofi. Bisogna ridurre forzatamente il consumo di energia mondiale e magari ridurre drasticamente anche la popolazione, che poi non è altro che un vecchio sogno di Kissinger e della sua cricca. Una piccolissima elite che si spartisce quello che resta delle ricchezze e delle scorte energetiche del pianeta, mentre la grande maggioranza cadrà in grande carenza e povertà.

Poiché in economia e nella finanza niente è casuale, ecco che si spiega la manovra di indebitamento selvaggio di stati e delle famiglie in atto dal 2001, una grande abbuffata prima della recessione inevitabile dettata dai prezzi sempre più alti dell’energia. Quando le notizie del picco energetico saranno di dominio pubblico i futures su petrolio, gas, uranio e altro schizzeranno ad una velocità molto maggiore di quello che non hanno fatto fino ad oggi perché gli speculatori si accaniranno per cercare lucruosi profitti accelerando i processi. I grandi lo hanno già fatto con cautela dal 2001 facendo lievitare i prezzi, ma manca ancora la massa dei medi e piccoli speculatori che possono fare peggio di uno tzunami. Secondo lo studioso iraniano Bakthiari abbiamo ancora due, al massimo tre anni per attivare tutte le contromisure, poi sarà troppo tardi.

Si tratta di interpretare con intelligenza e lungimiranza i segnali che ci vengono inviati da più parti. Oggi si sta entrando nella fase di contrazione del ciclo dopo le scorpacciate di 50 anni di boom economico ininterrotto. Contrazione significa che dobbiamo ripensare soprattutto le nostre economie riportandole ad una dimensione locale, energia prodotta e consumata in loco, sopperire quanto più possibile ai bisogni a livello locale perché non ci potremo più permettere di sopportare i costi di importazione e esportazione dei prodotti, degli alimenti. Inutile sperare nell’aiuto dei politici al governo e all’opposizione, negheranno l’evidenza fino alla fine, parlando di sciocchezze e favorendo gli ultimi saccheggi della nostra economia da parte dei potentati finanziari. Quando si decideranno a fare qualcosa, ahinoi sarà troppo tardi.

La responsabilità del nostro futuro è interamente nelle nostre mani e abbiamo tutte le carte in regola per riuscire in questa non facile impresa. Tornare al locale è una scelta obbligata e confidiamo molto nelle amministrazioni locali che sono un anello fondamentale per questo processo. Adottare una moneta locale che non sia gravata dal debito pubblico e privato come invece avviene per l’euro, favorire lo sviluppo delle economie locali, lavorare a stretto contatto con le varie categorie di imprenditori per fare piani di sviluppo unitari e condivisi.

Solo lavorando insieme, lasciando da parte diffidenze e rancori si potrà affrontare la transizione senza troppi traumi. Bisogna capire che il benessere di ognuno coincide con il benessere di tutti e sappiamo che nei momenti di difficoltà le persone, ma noi italiani in particolare, tirano fuori le loro qualità migliori e questo momento è arrivato. Sul fronte delle borse registriamo che il Nasdaq è ad un set up – linea tratteggiata verticale – (minimo, massimo o accelerazione) di lungo periodo e per questo molto importante Il Dax è di nuovo nella parte superiore del canale in atto dal 2003 Mentre il Mibtel è alle prese con la trend line che unisce i massimi del 2000 a quello del febbraio scorso Tutti grafici che indicano molta cautela e potrebbero segnare a breve la svolta nel trend di medio periodo.L’oro dal canto suo sembra arrivato alla svolta sul ciclo annuale, come ci evidenzia la velocità sull’asse dello 0 (linea nera) Per cui è prossima una correzione almeno fino a inizio estate. 

Arianna editrice, 11/04/2007

Redazione