Riportiamo di seguito la presentazione di un convegno indetto dall'Università degli Studi di Padova e tenutosi il 12 giugno 2007 sul tema del Business etico, ovvero come conciliare affari e morale.
E' molto istruttivo vedere come l'Ideologia Mondiale dominante -e unica- dopo la caduta del comunismo, ossia il Politicamente Corretto, che altro non è se non il volto buono/buonista della Globalizzazione, sia in grado di assorbire anche l'etica in difesa dei propri interessi economici. Non a caso la linea da seguire per le multinazionali, come viene specificato nella presentazione, è portata avanti anche dalle Nazioni Unite e si può trovare nel sito www.un.org/partners/business/index.html.
“DIRITTI UMANI E BUSINESS ETICO: NUOVE LINEE GUIDA PER LE MULTINAZIONALI NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO”
PRESENTAZIONE: A partire dal nuovo millennio è stato ufficialmente rivisto il rapporto con le imprese private da parte di istituzioni e organizzazioni da sempre in prima linea nella elaborazione di politiche in difesa dei diritti umani. Il dialogo si è aperto alla luce di una nuova globalizzazione e indirizzato maggiormente verso le imprese multinazionali in grado di incidere da sempre con le loro strategie nei sistemi economico-politico-sociali dei paesi in via sviluppo o ad economia emergente.
La multinazionale passa così dal ruolo di dichiarata nemica e saccheggiatrice a possibile alleata e strumento etico portatore di un benessere distribuito. La formula catalizzatrice del processo sinergico si trova pubblicizzata in uno dei siti ufficiali delle Nazioni Unite & Business e recita: “Nel contesto attuale, il vantaggio competitivo per le aziende non si basa unicamente su variabili economiche: poter garantire l’eticità del proprio ciclo produttivo costituisce sempre più un differenziale rispetto ai propri concorrenti”. Le principali difficoltà sono la diffidenza, la diversa cultura, gli interessi degli stakeholder e i regimi di government.
I criteri adottati nell’individuazione delle multinazionali invitate e presenti a questo Convegno sono stati diversi. Il primo si è basato sul fatto che le multinazionali fossero commercialmente presenti in tutti i continenti e oggetto di quotazione borsistica; il secondo che ogni multinazionale rappresentasse un diverso settore di attività ritenuto strategico per un paese in via di sviluppo (farmaceutico, energetico, infrastrutturale, metalmeccanico, abbigliamento, ICT); il terzo è fondato sulla diversità nella collocazione geografica della sede (locale: Padova, Treviso e Vicenza; nazionale: Milano e Roma; internazionale: Svizzera); il quarto riguardava la rappresentanza dei diversi livelli di interesse e coinvolgimento nell’affrontare tematiche connesse ai diritti umani e al business etico (da quello personale del chairman a quello di possedere una specifica Foundation operante sulla base dei programmi elaborati dalle Nazioni Unite). La scelta delle rappresentanze istituzionali è avvenuta di riflesso, individuando i giusti interlocutori che ricoprono l’importante ruolo di controllo, verifica e supporto nello sviluppo programmatico e operativo del connubio tra l’economia e il sociale.
OBIETTIVI DEL CONVEGNO: L’obiettivo del Convegno è quello di stilare delle nuove linee di condotta operative per le multinazionali che ad oggi non sono e non si sentono impegnate nel campo dei Diritti umani e del business etico.
Il Convegno non sarà indirizzato alle polemiche e agli errori di un pregresso, ma ha l’ambizione di diventare un think tank proiettato allo sviluppo di politiche, idee e energie per un futuro etico e umanitario distribuito globalmente e operativamente, senza dover necessariamente entrare in conflitto con il tema del business e dell’utile aziendale. I relatori hanno come obiettivo quello di puntare a stimolare e sviluppare delle riflessioni sul modus operandi della propria impresa o istituzione (in fase di attuazione o attuabile) su base progettuale o comunque proiettato su delle linee di sviluppo futuro. In definitiva, per essere pragmatici, dover definire in riferimento al tema del convegno: non solo come si sta operando ma anche come si intenderà operare e perchè si crede che quella tracciata o percorsa, sia, in definitiva la scelta/strada corretta.