Albrecht Schott – L’uranio impoverito

Decine di migliaia di veterani e un numero enorme di abitanti delle regioni vittime della guerra, in Iraq, in Afghanistan, in Bosnia, in Kosovo sono stati sottoposti a radiazioni in seguito ad operazioni militari.
Benché non si sia fatto uso di armi nucleari “classiche”, soldati e popolazione hanno subito una contaminazione radioattiva, dato che le armi moderne anticarro e  antibunker contengono Uranio Depleto, (impoverito, DU). Questo è dovuto al fatto che il peso specifico elevato dell’Uranio conferisce a questi tipi di armi una forza di penetrazione estremamente potente rispetto a quella degli armamenti costituiti da altri materiali. È per questo che le munizioni al DU sono particolarmente apprezzate dai militari.

 

 E l’industria nucleare ne approfitta ugualmente, dato che il DU è una scoria derivata dalla fabbricazione del combustibile delle centrali nucleari e dell’Uranio destinato agli armamenti.
Tuttavia, quando il pulviscolo del DU viene inalato dalle persone, produce effetti estremamente distruttivi. Infatti, l’Uranio è solubile in acqua, è chimicamente tossico e radioattivo.
La radioattività e la tossicità chimica danneggiano le cellule e il materiale genetico. Durante le operazioni militari in Iraq, in Afghanistan, in Bosnia, in Kosovo, migliaia di tonnellate di munizioni al DU sono state sparate e il DU che quei proietti contenevano è stato liberato. Gli uomini, gli animali e le piante sono stati contaminati e lo saranno ancora per lungo tempo.Al momento dell’impatto, le munizioni al DU liberano delle polveri assai sottili, tossiche e radioattive, che continuano a diffondersi anche dopo i combattimenti.
Perfino quando i proiettili al DU inesplosi « non fanno che » giacere al suolo, essi si decompongono lentamente e il loro contenuto tossico penetra nel suolo e nella falda freatica (solubilità).

Le conseguenze drammatiche, sia per i veterani che per la popolazione delle regioni che hanno dovuto subire la guerra, sono i danni causati dalle radiazioni, che determinano un gran numero di gravi malattie; un aumento di malformazioni congenite nei neonati e di danni genetici che si trasmettono alle generazioni successive.
Ma non sono solo i veterani e le popolazioni toccate dalla guerra ad essere interessati. Ora si sa che bisogna parlare di contaminazione mondiale.
Effettivamente, è provato che le polveri sottili tossiche e radioattive di DU si spandono nell’atmosfera e raggiungono le regioni lontane dalle zone di guerra. Inoltre, in numerosi paesi, ad esempio in Germania, esiste tutta una serie di terreni ad uso militare che sono stati contaminati dall’uso di munizioni al DU.
Per evitare che si continui ad inquinare il pianeta, il World Depleted Uranium Centre – Centro Studi sull’Uranio Depleto nel Mondo (WODUC), lotta contro la continuazione dell’utilizzo civile e militare del DU.
Il WODUC è un’organizzazione scientifica senza collegamenti governativi che dipende da donazioni individuali e di altri organismi favorevoli al Centro. Viene assolutamente escluso ogni sostegno governativo o industriale.

SCIENZA
L’Uranio è un metallo pesante. Data la massa atomica relativa di 238, si tratta dell’elemento chimico più pesante allo stato naturale.
L’Uranio(U) naturale è una miscela di differenti isotopi [isotopo: ciascuno dei differenti tipi di atomi di un medesimo elemento aventi lo stesso numero di protoni ed elettroni (stesso Numero Atomico) ma differente numero di neutroni (Massa Atomica differente)] : il 99,3% di U 238, lo 0,7% di U 235 e lo 0,006% di U 234.
Solo l’isotopo U 235 viene utilizzato per le bombe nucleari e come combustibile per le centrali nucleari. Per fare funzionare una centrale o per fare esplodere una bomba nucleare, l’U 235 deve avere concentrazioni più elevate che nell’Uranio naturale. Quindi, è necessario procedere all’arricchimento della concentrazione dell’U 235.
Il processo di arricchimento produce scorie, sotto forma di Uranio Depleto (DU), costituite quasi esclusivamente da U 238. Da 8 chilogrammi di Uranio naturale si ricava 1 chilogrammo di combustibile da centrale nucleare e i restanti 7 chilogrammi costituiscono scorie di DU. Per fabbricare una bomba nucleare, esiste la necessità di avere a disposizione U altamente arricchito: per 1 chilogrammo di U destinato alle bombe, si ottengono circa 100 chilogrammi di DU, cosa che rappresenta circa 3 milioni di tonnellate di scorie nel mondo intero.

Il DU possiede 6 proprietà importanti:
– 1: il DU è estremamente pesante. Il suo peso specifico è di 19,2 g/cm3, vale a dire che il DU è 1,7 volte più pesante del Piombo. Per questo è particolarmente indicato per la produzione di armamenti antibunker. Inoltre, conosce qualcosa come 700 utilizzazioni civili differenti, in particolare come zavorra per gli aeroplani.
– 2: Il DU è solubile in acqua, e quindi i frammenti delle munizioni al DU che si trovano depositati al suolo vengono aggrediti dall’acqua e il DU portato in soluzione penetra nel suolo e nella falda freatica e quindi, alla fine, nella catena alimentare.
Così, in ragione di 3900 colpi al minuto, l’aereo da caccia A-10 «Phacochère» disperde nell’ambiente grandi quantità di DU. Il 99% delle munizioni fanno cilecca e penetrano nel terreno. Un rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (PNUE) ha accertato che in Bosnia i frammenti delle munizioni al DU, dopo la guerra, hanno perso il 25% del loro peso. Questo 25% è avviato verso le nostre mense (ciclo ecologico). Il PNUE esige un controllo delle acque potabili.
– 3: Il DU è piroforo. Penetrando in una struttura corazzata, un proiettile al DU provoca enormi pressioni e lo sviluppo di temperature assai elevate.
Il DU si infiamma e brucia a 3000° C. Allora si producono, per una parte, delle particelle estremamente sottili di ossido di Uranio del diametro da 0,001 a 0,1 µm (vale a dire da 0,001 a 0,1 micron, milionesimo di metro) e d’altra parte, a causa delle temperature elevate, tutto un cocktail di sostanze altamente tossiche e cancerogene originate dalla combustione dell’interno del blindato colpito. Questo cocktail chimico si deposita sulle particelle di ossido di Uranio.
Le particelle di queste dimensioni si comportano come dei gas, e quindi penetrano nel nostro organismo attraverso l’aria inalata o gli alimenti consumati, non solamente sui posti dove si sono prodotte, ma, disperse dalle correnti atmosferiche, si propagano su tutto il pianeta. Infatti, il PNUE ha riscontrato la presenza del DU in luoghi dove non erano mai avvenuti dei combattimenti.
Circa il 40% del pulviscolo di ossido di Uranio si solubilizza nell’acqua. Il rimanente è costituito da DU ceramico non solubile in acqua. Questo DU ceramico viene immagazzinato nell’organismo e liberato costantemente dal DU totale che entra ad interagire con i metabolismi.
– 4 e 5 : Il DU presenta una tossicità chimica e radiologica. L’Uranio è un elemento chimico a due “facce”, a due proprietà: da un lato la tossicità chimica che deriva dalla struttura elettronica dell’atomo e d’altro canto la sua radioattività, che deriva dal nucleo dell’atomo.
La tossicità chimica causa in modo particolare danni ai globuli bianchi, producendo la leucemia, danni ai globuli rossi in seguito allo spostamento degli atomi di ferro all’interno delle molecole di emoglobina, lesioni delle cellule nervose (una rilevante percentuale di veterani hanno difficoltà di espressione e problemi di memoria), lesioni fetali, lo sviluppo di idrocefalia negli adulti. La sindrome della Guerra del Golfo comprende parecchie dozzine di quadri clinici. E non bisogna dimenticare che il DU riduce, arresta, più precisamente uccide la creatività dell’uomo.
A tutto questo si aggiunge la radiotossicità del DU, vale a dire la tossicità procurata dalla disintegrazione dei nuclei atomici e la conseguente emissione di particelle alfa (radioattività). Queste particelle si comportano come tanti piccoli proiettili che possono distruggere molecole vitali per l’organismo. Il più grave effetto delle radiazioni si esercita sul materiale genetico: possono rompersi dei cromosomi e quando la cellula tenta la loro riparazione ricade in errore e due parti cromosomiche possono sì rincontrarsi, ma la loro unione avviene in modo non corretto.
– 6: Il DU ha un tempo di dimezzamento di circa 4,5 miliardi di anni. Come abbiamo già indicato, il DU emette radiazioni alfa derivate dalla disintegrazione dei nuclei atomici. Certamente che il problema si risolve da solo, ma dopo un tot di miliardi di anni! Effettivamente, un tempo di dimezzamento di 4,5 miliardi di anni sta a significare che, in capo a questo lasso di tempo, solamente la metà di tutti gli atomi di Uranio si saranno disintegrati. L’altra metà continua ad essere radioattiva e dopo altri 4,5 miliardi di anni circa la metà di questa metà si sarà disintegrata e via di seguito così.
Nelle zone gravemente contaminate, il DU stermina in modo duraturo, in perpetuo.

SALUTE
Conseguenze:
– Allorché il DU è penetrato nell’organismo umano per inalazione, per ingestione attraverso gli alimenti o tramite ferite, può sviluppare i suoi effetti tossici, chimici e radiologici. Infatti, le particelle inalate si depositano sulle cellule del sangue e possono penetrarvi.  Secondo un lavoro pubblicato dall’Esercito Statunitense (sic!), il DU può addirittura sostituire il ferro delle molecole di ferro-emoglobina dei globuli rossi del sangue, ferro che è indispensabile per il trasporto dell’ossigeno, e quindi delle respirazioni.
In definitiva, tutte le parti del nostro corpo sono alimentate dal sangue e perciò il DU arriva nei più piccoli recessi, come un « passeggero clandestino » e può provocare danni di diversa natura. Ad esempio:
– Il DU può deteriorare il materiale genetico mediante il suo irraggiamento radioattivo. Le radiazioni possono provocare lesioni cromosomiche, con una conseguente riparazione. Infatti, gli esseri viventi sono in possesso di meccanismi di riparazione, che consentono la correzione dei danni procurati al materiale genetico. Per più delle volte, questi meccanismi funzionano regolarmente. Ma può succedere che col tempo si arrivi a qualche errore. Questo significa che più il DU è disseminato nell’organismo, più le radiazioni sono frequenti e più diventano frequenti gli eventi dannosi. In questo caso aumentano le probabilità di errori nella riparazione e di formazione di un cromosoma «dicentrico».
Questi errori producono delle malformazioni congenite nei neonati, in particolare apertura del cranio, idrocefalia, un terzo occhio ciclopico, l’assenza di occhi o del cervello (anencefalia), la colonna vertebrale fessa (spina bifida), leucemia. Nelle zone di combattimento, il tasso di sviluppo del cancro vede un aumento del 350%. Inoltre, bisogna sottolineare le malformazioni agli arti, ad esempio mani e piedi che appaiono direttamente collegati al tronco (dismelia). A volte, una mano si presenta al posto di un piede. Anche gli animali subiscono lesioni al materiale genetico. Sono state riscontrate nascite di vitelli ad 8 zampe.
– Il DU può attraversare la barriera emato-placentare, cosicché un feto può venire contaminato già durante il suo sviluppo.
– Il DU arriva ai neuroni attraverso la barriera emato-encefalica e vi causa danni consistenti. Ecco perché una percentuale elevata di veterani della Guerra del Golfo soffrono di difficoltà di espressione verbale e hanno problemi di memoria. L’irroramento di differenti aree del cervello risulta insufficiente.
– Il DU tende ad invadere il midollo osseo, dove si producono i globuli bianchi (leucociti). Questi vengono danneggiati subito dopo la contaminazione da DU, in modo che in poco tempo si ha lo sviluppo di leucemie.
– Il DU può provocare una idrocefalia nell’adulto. L’autore di questo documento conosce personalmente un veterano colpito da questa malattia.
Sovente, i veterani manifestano contemporaneamente più di 30 differenti sintomi. Detto questo, bisogna nello stesso tempo tenere in conto degli effetti nocivi dei numerosi vaccini che sono stati loro somministrati prima dei combattimenti. Ecco perché, oltre alle malattie che andiamo a citare, si osservano disfunzioni renali, disturbi circolatori, disturbi epatici, osteoporosi, intolleranza al glutine, crisi dolorifiche, affaticamento cronico, fibromialgie (la fibromialgia è una malattia caratterizzata da dolori di tipo reumatoide in differenti parti del corpo), disturbi del sonno.

Studi ed osservazioni:
– Han Kang et al., (Pregnancy Outcomes Among US Gulf War Veterans. A Population Based Survey of 30000 Veterans. Annals of Epidemiology, Vol. 11, Issue 7, October 2001, pp. 504-511), in questa indagine minuziosa condotta su 30.000 combattenti della guerra in Iraq, si sono occupati in particolar modo dei danni procurati ai feti e ai neonati. Hanno scoperto che nelle famiglie dei veterani si riscontra un tasso significatamene più elevato di aborti che nelle famiglie di militari che non hanno prestato servizio in Iraq. Le stesse associazioni di veterani hanno preso atto del numero più elevato di aborti. I casi di bambini nati morti e di prematuri tendono ad aumentare, come pure la mortalità infantile.
– Uno studio condotto dopo la guerra del Golfo del 1991 in un ospedale del Bahreïn su 15.628 civili ha rivelato un aumento di aborti spontanei.
– La Dr.ssa Eva-Maria Hobiger, un’oncologa austriaca, che ha lavorato molto nel sud dell’Iraq, ci ha riportato le dichiarazioni del Dr. Mazin Al-Jadiry, specialista in oncologia infantile all’ospedale Al-Mansour di Bagdad, (in 10 Jahre nach dem Golf-Krieg, Irak im Februar 200, www.embargos.de/irak/envir-DU/10JahreGolf-Krieghobiger.htm): «Nel nostro ospedale, nel 1990 abbiamo diagnosticato 150 casi di leucemia linfoblastica acuta. Nel 2000, abbiamo avuto già 254 casi. Attualmente, i nostri servizi sono decisamente insufficienti per accogliere tutti questi malati.»
Secondo il Primario Janan Ghalib Hassan del Reparto di Maternità per donne e bambini dell’Ospedale di Bassora, «l’incidenza (numero di nuovi casi) delle leucemie infantili è raddoppiata tra il 1994 e il 1998, mentre tra il 1998 e il 2000 il tasso è quintuplicato.»
A Bagdad e a Bassora, i medici sono unanimi nel pensare che le cifre reali siano molto più elevate, visto che i beduini del deserto non portano mai i loro bambini negli ospedali. La situazione, in materia di medicinali, è catastrofica: non può essere condotto a termine alcun ciclo di chemioterapia per mancanza di citostatici. L’80% dei bambini muoiono durante il primo ciclo in seguito ad emorragie e infezioni.
– A Bassora, le donne hanno paura di restare incinte. Fino al 1990, con circa 12.000 nascite per anno, nasceva ogni 15 giorni un bambino che presentava malformazioni. Attualmente, a parità di numero di nascite, nascono 1 o 2 bambini malformati al giorno. I casi sono ben documentati.
Si osservano malformazioni talmente gravi, come l’assenza di cervello (anencefalia), un unico occhio in mezzo alla fronte (ciclopia), piedi o mani che appaiono direttamente collegati al tronco (focomelia), l’assenza di testa e di membra o di cute, labbra leporine, malformazioni cardiache, ecc.
Potrete trovare foto di queste orribili malformazioni, specialmente sul sito www.firethistime.org/extremedeformities.htm 

DIRITTO INTERNAZIONALE (bellico ed umanitario)
-Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, del 9/12/1948, articolo 2
«Nella presente Convenzione, per genocidio si intende una delle azioni, indicate qui di seguito, commesse nell’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso:
a) Uccisione dei membri del gruppo;
b) Attentato grave all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
c) Sottomissione intenzionale del gruppo a particolari condizioni di esistenza, prima di mettere in atto la sua distruzione fisica totale o parziale;
d) Misure con lo scopo di impedire le nascite all’interno del gruppo; […]
                                                          
Commento
– punto a): A partire dalla Guerra del Golfo del 1991, quanto meno nel sud dell’Iraq, una parte della popolazione civile è stata ammazzata dal DU. Questo è successo anche con le guerre in Bosnia, in Kosovo e in Afghanistan.
– punto b): Fino ad oggi, il DU ha causato nelle popolazioni civili Irachena, Bosniaca, Serba ed Afgana danni sia di natura fisica che psichica. I tassi di cancro sono aumentati in modo considerevole, come pure i decessi dovuti a questi tipi di cancro.
Parallelamente, i bombardamenti con munizioni al DU e le loro conseguenze hanno provocato gravi traumi psichici. I mezzi di informazione di tutto il mondo ne hanno parlato ed esistono a riguardo dei rapporti scientifici indipendenti e relazioni di Commissioni delle Nazioni Unite.
– punto c): La contaminazione massiccia dei territori ad uso agricolo, in particolare nel sud dell’Iraq in seguito alla Guerra del 1991 (e probabilmente anche a quella del 2003), ha parzialmente distrutto le basi dell’alimentazione della popolazione. Una parte di queste aree è interdetta all’accesso. Si è perfino considerato di evacuare alcune regioni dell’Iraq meridionale. La contaminazione delle acque comporta, nelle zone dove sono state utilizzate armi al DU, una diminuzione importante, addirittura la perdita totale delle risorse di acqua potabile, e quindi l’acqua consumata dalla popolazione è pericolosa per la salute.
A lungo andare, la contaminazione delle falde freatiche, dovuta alla solubilizzazione in acqua dell’Uranio, risulta ancora più grave, dato che provoca squilibri ai cicli ecologici. Ne risulta che il munizionamento al DU costituisce, se del caso, un’arma di sterminio.
– punto d): Le emissioni alfa dell’Uranio provocano un aumento del numero di rotture al livello dei cromosomi. Nelle zone di conflitti il tasso dei neonati malformati, il cui patrimonio genetico ha subito gravi danni, è aumentato in maniera significativa. I soldati delle truppe alleate della Guerra del Golfo del 1991, da allora, donano la vita a bambini che soffrono di malformazioni congenite in percentuale significativamente molto elevata.

-Convenzione sulla proibizione di utilizzare tecniche di modificazione dell’ambiente a fini militari o per altri scopi ostili, del 10/12/1976, articolo 1
«1. Ciascuno Stato, membro della presente Convenzione, si impegna a non utilizzare a fini militari, o per qualsiasi altro scopo ostile, la modificazione dell’ambiente con effetti estesi, duraturi o gravi, e di non mettere in atto metodi per procurare distruzioni, danni o nocumenti agli altri Stati membri.
2. Ciascuno Stato, membro della presente Convenzione, si impegna a non aiutare, incoraggiare o incitare alcuno Stato, gruppi di Stati o organizzazioni internazionali nella conduzione di attività contrarie alle disposizioni del paragrafo 1 del presente articolo.»
                                                          Commento
– punto 1): Il DU è stato largamente diffuso su vaste aree, durante le Guerre del Golfo del 1991 e del 2003, nella ex Jugoslavia (Bosnia e Kosovo) e nell’ Afghanistan. Gli effetti della contaminazione non si sono limitati solo su alcune zone ma hanno avuto un carattere globale, dato che le polveri sottili del DU, in ragione del diametro infinitesimo delle particelle (tra 0,001 e 0,1 µm), si comportano come un gas e si disperdono nell’atmosfera di tutto il pianeta.
Il tempo di dimezzamento di circa 4,5 miliardi di anni produce degli effetti che si faranno sentire per un tempo molto più esteso di quello dell’esperienza di vita del genere umano sulla Terra. Il DU provoca gravi effetti sulla salute: le degenerazioni del materiale genetico, le rotture a livello cromosomico e i disturbi renali sono stati provati e sono stati l’oggetto di pubblicazioni nelle riviste scientifiche.
La sindrome del Golfo, in parte molto simile alla sindrome del Kosovo, e quindi è probabile che le due sindromi siano strettamente collegabili all’utilizzo del DU, comprende un considerevole numero di altre malattie come la leucemia, l’osteoporosi, l’intolleranza al glutine, l’impotenza, turbe della memoria, difficoltà di espressione verbale, incontinenza, disturbi ai sistemi nervoso, immunitario e respiratorio, danni ematici, lesioni ai muscoli collegati allo scheletro, lesioni cutanee, epatiche, endocrine e genetiche.
– punto 2): Gli Stati che hanno sostenuto la Guerra del Golfo del 1991 con l’invio di truppe hanno violato i paragrafi 1 e 2.

-Convenzione sulla proibizione di utilizzare tecniche di modificazione dell’ambiente a fini militari o per altri scopi ostili, del 10/12/1976, articolo 2
«Ai fini dell’articolo 1, l’espressione «tecniche di modificazione dell’ambiente» designa qualsiasi tecnica che ha per obiettivo quello di modificare, grazie ad una alterazione deliberata dei processi naturali, la dinamica, la composizione o la struttura della Terra, ivi compresi i suoi biotipi, la sua litosfera, la sua idrosfera e la sua atmosfera, come pure lo spazio extra atmosferico.»
                                                            Commento
L’utilizzazione delle munizioni al DU produce una modificazione della composizione e della struttura della zone contaminate. Questo vale anche per gli impianti dove queste armi vengono prodotte, i terreni dove vengono testate, i campi di manovra e le località dove avvengono infortuni con la presenza di materiali al DU. Gli effetti sono globali e riguardano gli uomini, le piante e gli animali. I tre rapporti del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (PNUE) sulla ex Jugoslavia ci informano esaurientemente. Stabilito che il DU è solubile in acqua e che le sue polveri sottili si comportano come un gas, quando si formano al momento della sua combustione dopo l’impatto delle bombe antibunker, avvengono contaminazioni a livello della litosfera (crosta terrestre), dell’idrosfera (tutto il complesso delle acque del pianeta) e l’atmosfera.
Aggiungiamo qui che è stata avanzata l’ipotesi che dei sommovimenti terrestri hanno potuto scatenarsi a causa dell’esplosione di bombe antibunker di grande tonnellaggio e di altre armi esplosive.

-Protocollo aggiuntivo I alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali, dell’8 giugno 1977Titolo III, Sezione I, Articolo 35 : Regole fondamentali
«1) In qualsiasi conflitto armato, il diritto delle parti in conflitto di scegliere i metodi o i mezzi di guerra non è illimitato.
 2) È proibito impiegare armi, proiettili e materiali, come pure metodi di guerra, di natura tale da causare sofferenze superflue.
 3) È proibito impiegare metodi o mezzi di guerra che siano concepiti per causare, o da cui ci si può attendere che causeranno, danni estesi, duraturi e gravi per l’ambiente naturale.»
                                                       Commento
– punto 1): le Risoluzioni delle Nazioni Unite 1996/16 (E/CN.4/1997/2) e 1997/36 (E/CN.4/1998/2) sconsigliano vivamente l’uso di munizioni al DU. Già prima dell’inizio della Guerra del Golfo del 1991, l’Esercito degli Stati Uniti era al corrente della pericolosità del DU (rapporti scientifici). La decisione di ricorrere al DU e non al tungsteno richiama alla mente l’arrogarsi il diritto illimitato di scegliersi i propri mezzi di guerra.
– punto 2): l’utilizzazione del DU nelle munizioni e nella corazzatura dei carri armati produce inutili malattie, che potrebbero essere evitate attraverso il ricorso al tungsteno, che non presenta radioattività e non ha la tossicità chimica del DU, o rinunciando completamente alle munizioni al DU. In ragione della sua radioattività, della sua tossicità e del suo enorme tempo di dimezzamento, il DU produce sofferenze superflue, che potrebbero essere evitate con il ricorso al tungsteno o rinunciando totalmente al DU.
– punto 3): prima di utilizzare il DU come mezzo di guerra, l’Esercito Statunitense era stato informato, mediante una relazione di un organismo scientifico, del fatto che il DU causava danni gravi, estesi e duraturi all’ambiente.

-Titolo III, Sezione I, Articolo 36: Armi di nuova generazione
«Nella progettazione, la messa a punto, l’acquisizione o l’adozione di una nuova arma, di nuovi mezzi o di un nuovo metodo di guerra, un Membro avente sottoscritto il Protocollo ha l’obbligo di stabilire se l’impiego gli sarebbe proibito, in particolari o in tutte le circostanze, dalle disposizioni del presente Protocollo o da qualsiasi altra norma del diritto internazionale applicabile al suddetto Membro contraente.»
                                                               Commento

Redazione