Ernst Gombrich – Non ha senso il progresso nell’arte.

Non occorre sottolineare il pericolo insito nell'abbandono incondizionato alla moda, che può menomare l'autentica libertà di cui godiamo. Non si tratta di una minaccia poliziesca, ma delle pressioni del conformismo, del timore di lasciarsi superare e di essere ritenuti ottusi o di qualsiasi cosa comporti un altro aggettvo equivalente. Recentemente un giornale avvertì i suoi lettori di tenere prenete le mostre personali in corso se volevano "partecipare alla gara di corsa dell'arte". Non esiste una corsa del genere, ma se vi fosse, sarebbe opportuno ricordare la favola della tartaruga e della lepre. 


E' davvero stupefacente fino a quale punto nell'arte contemporanea l'atteggiamento che Harold Rosemberg ha definito "la tradizione del nuovo" sia ormai dato per scontato. Chiunque avanzi delle preplessità è considerato un visionario che nega l'evidenza. Tuttavia è bene ricordare che l'idea che gli artisti debbano essere all'avanguardia non è assolutamente condivisa da tutte le culture: in molte epoche e in numerose parti del globo si ignora questa ossessione. L'artefice di un magnifico tappeto persiano del XVII secolo sarebbe rimasto sorpreso dalla richiesta di creare un motivo originale: senza dubbio egli desiderava semplicemente realizzare un tappeto. Non sarebbe una fortuna se questa attitudine si diffondesse anche nella nostra epoca?

E' più che mai necessario tenere presente fino a che punto l'arte differisce dalla scienza e dalla tecnica. E' vero che la storia dell'arte può a volte indicare la via nella soluzione di taluni problemi, ma è altrettanto vero che in arte non è possibile parlare di "progresso" in quanto tale, perchè ogni vantaggio in un senso è suscettibile di essere controbilanciato da una perdita nell'altro, e ciò è vero per il presente come lo era per il passato. E' evidente che quanto si guadagna in tolleranza implica una perdita di canoni e che la ricerca di nuove eccitanti sensazioni compromette al tempo stesso quella perseveranza per cui gli amatori d'arte del passato "corteggiarono" i capolavori riconosciuti fino a carpire una parte del loro segreto. Pur ammettendo che il culto del passato aveva i suoi inconvenienti quando portava a disdegnare gli artisti viventi, non abbiamo garanzie che la nostra nuova sensibilità non ci indurrà a disdegnare un autentico genio contmeporaneo, che superi gli altri senza badare alla moda e alla pubblicità.

Inoltre essendo tutti assorti nel presente, potremmo facilmente rimanere tagliati fuori da ciò che è il nostro retaggio se giungessimo a considerare l'arte del passato come un semplice sfondo contro il quale le nuove conquiste acquistano risalto e significato. In senso paradossale, musei e libri di storia dell'arte possono aumentare il rischio perchè raggruppando insieme pali totemici, statue greche, vetrate di cattedrali, opere di Rembrandt e di Jackson Pollock troppo facilmente si dà l'impressione che tutto questo sia Arte con l'A maiuscola, quantunque risalga a periodi diversi. La storia dell'arte incomincia ad avere un significato soltanto quando notiamo per quale ragione non lo è; e perchè pittori e scultori rispondessero a situazioni, istituzioni e teorie diverse in maniera opposta.

Tratto da "Storia dell'arte".

 

Redazione