Massimo Fini – Il corteggiamento

Lo scrittore Aldo Busi, interrogato di recente sulla sua adolescenza, ha raccontato come, invaghitosi perdutamente di un coetaneo, dopo essersi a lungo tormentato, alla fine, prese il coraggio a due mani, osò dichiararsi al suo amore che così gli rispose: «Togliti dai piedi, brutta frocia che non sei altro».

 

Lo scrittore Aldo Busi, interrogato di recente sulla sua adolescenza, ha raccontato come, invaghitosi perdutamente di un coetaneo, dopo essersi a lungo tormentato, alla fine, prese il coraggio a due mani, osò dichiararsi al suo amore che così gli rispose: «Togliti dai piedi, brutta frocia che non sei altro». Se la cosiddetta scrittrice Angela Scarparo si fosse comportata allo stesso modo col cosiddetto filosofo Giacomo Marramao si sarebbe (e ci avrebbe) risparmiata la denuncia per «molestie sessuali», le lacrime, i rossori, le insinuazioni di quegli ineffabili intellettuali di sinistra, da Ida Magli a Lucio Colletti, da Lucio Libertini a Inge Feltrinelli (che, se nella situazione di Marramao si fosse trovato un povero cristo qualsiasi o, peggio, un Gualtiero Jacopetti, avrebbe inneggiato alla galera) l'arrembaggio di Espresso e Panorama e altri nobili media che ora premono perché racconti nei dettagli la sua vicenda, la Tina Lagostena Bassi che pretende che devolva il compenso per quelle intime confessioni, chissà perché, alle donne stuprate di Bosnia e, insomma, tutto il caravanserraglio che in Italia accompagna ormai qualsiasi avvenimento, tragico e comico che sia.

Per la verità ci fu un tempo, più felice per i rapporti fra i due sessi, in cui le donne sapevano benissimo come farti capire che non ci stavano senza ricorrere alla rudezza dell'amico di Busi. Ai miei bei dì se, per esempio, una ragazza, ballando, ti metteva un gomito sulla spalla voleva dire che non c'era proprio nulla da fare. E chi, della mia generazione, non ha fatto esperienza di certe occhiate gelide, in cui le donne sono, o erano, maestre? Un tempo non si poteva equivocare sul no e chi era così stupido da non capire si buscava un ceffone il cui bruciore avrebbe portato per anni come utile «memo» a non ripetere l'impresa.

I problemi sorgevano quando lei voleva dirti di sì, ma per onor di firma, era costretta, almeno per un po', a fingere il no oppure se era realmente indecisa. Allora cominciava un lungo gioco estenuante tutto fatto di attuzzi e moine, di ti vedo e non ti vedo, di finte ripulse e di altrettanto finti cedimenti, di sguardi languidi e d'abbassar d'occhi, portato in modo così abile da lasciar sempre aperta, per il maschio, l'angosciosa, eterna e deliziosa domanda: ci sta o non ci sta? In genere ci stava, ma toccava a te fare la mossa decisiva, dare la zampata, cioè tentare una carezza, un bacio, un complimento particolarmente audace. Così è sempre andato l'eterno gioco della seduzione fra uomini e donne.

Solo che mentre ieri la pena, se t'eri ingannato, era il ridicolo di cui ti ricoprivi oggi è la denuncia ai carabinieri. Ma allora volete dirci, care donne, cosa dobbiamo fare per farvi capire che vi desideriamo senza, con ciò, importunarvi e rischiare la galera? Giuliano Zincone, sul Corriere ci informa compuntamente che nella civile ed esemplare America esiste un prontuario «che definisce, senza possibilità di equivoco, ciò che è “molestia sessuale” e ciò che non lo è», per cui per esempio, è proibito dire a una donna che ha delle belle gambe e lecito informarla che ha un bell'aspetto.

Ma questa chiarezza da mattinale di polizia è la fine del corteggiamento, e di tutto, perché il corteggiamento è, per sua natura, equivoco e ambiguo. Dovremo quindi, d'ora in poi, a scanso di ritorsioni postume, farvi compilare, care donne, dei moduli? A questo volete ridurci? Perchè tocca pur sempre all'uomo fare quel primo passo che ormai è a rischio di manette, e questo non per arroganza maschilista, come credono le femministe, paleo e post, ma per ragioni puramente fisiologiche, perché l'uomo, checché ne dica e voglia far apparire, non è sempre sessualmente pronto e perciò la natura gli ha riservato l'iniziativa (è vero che anche la donna non sempre è pronta, ma le conseguenze sono meno devastanti). Vi siete dimenticate, care donne, di queste cose elementari? Sì, ve ne siete dimenticate.

In questa sfibrante rincorsa a una puerile uguaglianza avete ridotto il rapporto con l'uomo a una sequela di micragnose richieste, di aride istanze, di burocratici distinguo. Non sapete più essere nè madri, nè spose, nè compagne, nè amiche, nè puttane, nè amanti. Avete perso la vostra antica sapienza. Oggi siete tutte belle, ma mancate di grazia che è qualcosa che non si compra nei grandi magazzini dell'edonismo. Avete delle bocche perfette, ma non sapete più sorridere. Son bocche troppo piene di denti e sembrano fatte solo per mordere. Come il buon Marramao, sia colpevole o innocente del suo umanissimo fallo, ha dovuto imparare a proprie spese.

Da "L'Europeo" del 23/04/1993

Redazione